Carnevale: le mete più belle

Il carnevale è una festa che si celebra nei Paesi di tradizione cristiana e in particolare in quelli di rito cattolico.  È una festa mobile, in quanto non ha una data fissa in cui trovare dimora: ogni anno dipende dal giorno in cui cade Pasqua che, ricordiamo, è sua volta una festa mobile celebrata in una delle domeniche comprese nel periodo che va dal 22 marzo al 25 aprile. Il tempo di Carnevale inizia esattamente la prima Domenica delle nove che precedono quella di Pasqua.

I festeggiamenti raggiungono l’apice e terminano il giorno del Martedì grasso, che precede il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. Il termine Carnevale deriva, non a caso,  dalla locuzione latina carnem levare , che vuol dire, letteralmente, “ privarsi della carne ” e che faceva riferimento al banchetto che tradizionalmente si teneva l’ultimo giorno prima di entrare nel periodo di Quaresima e dunque nel “ martedì grasso ” che precedeva il “ mercoledì delle ceneri ”.

La tradizione cristiana ha attraversato secoli e resistito al tempo: ancora oggi, infatti, il martedì grasso è il giorno più ghiotto dell’anno, durante cui si è soliti degustare i dolci tipici di questa celebrazione annuale, come frittelle, castagnole, sanguinaccio e  chiacchiere (dolci ricoperti di zucchero a velo che cambiano nome di città in città).

Non tutti sanno, però, che la festa del Carnevale affonda le proprie radici in tradizioni che in realtà sono ben lontane dalla fede e dal Cattolicesimo ma trovano collocazione, piuttosto, in un credo ugualmente nobile che è quello della coesione sociale.

In antichità, infatti, questa festa era vista dal popolo come un momento di forte unione, capace addirittura di accorciare le distanze tra caste: attraverso queste parate cariche di brio e ai mascheramenti che queste imponevano,  chiunque vi partecipasse riusciva a nascondere l’appartenenza al proprio rango sociale.

Quel che ne veniva fuori era un clima festoso e di grande armonia, in cui plebei e aristocratici riuscivano ad unirsi, fare festa insieme e a liberarsi dalle convenzioni e da tutto quello che le norme del tempo imponevano di fare. Esiste, a tal proposito, un proverbio comunemente legato al Carnevale: “ semel in anno licet insanire ”, ossia “ una volta l’anno è lecito impazzire ”.

Essendo l’Italia un paese di fede principalmente cattolica e sempre ben predisposto a banchetti e festeggiamenti, questa festa trova in esso una delle sedi più importanti in cui pellegrinare con l’arrivo della primavera.

Ma quali sono le città che meglio accolgono il Carnevale e in quale modo lo festeggiano?

Scopriamolo insieme.

Carnevale di Venezia

Carnevale di Venezia

Nonostante la malinconia spettrale che permea la città, possiamo dire con assoluta certezza che l’animo del Carnevale dimora a Venezia (vedi posizione su mappa) tutto l’anno, rendendola quel luogo incantato che tutti conosciamo e che pare quasi  essere frutto di un’onirica fantasia: un tempo infatti questa celebrazione consentiva ai Veneziani di lasciar da parte le occupazioni per dedicarsi totalmente ai divertimenti.

Il capoluogo veneto è conosciuto in tutto il mondo, infatti, anche per i festeggiamenti del Carnevale, divenuto una delle principali attrazioni turistiche della città e oggetto di attenzione di tutti i globetrotter che giungono qui proprio per assistere e prendere parte ai festeggiamenti.

Alcuni di questi vengono tutt’ ora ricordati nei libri di storia, per quanto memorabili furono e per via della coincidenza con eventi di grande importanza: nel 1571 fu una sfilata di carri allegorici a simboleggiare la battaglia di Lepanto, mentre la celebrazione del 1664 fece da cornice alle nozze di casa Cornaro.

Nel ‘700, infine, la città diventa il fulcro dei divertimenti europei che trovarono poi il proprio apice nel carnevale.

La festa oggi dura all’ incirca dieci giorni e prevede un palinsesto ricco di appuntamenti come parate, spettacoli teatrali, concerti, galà, sfilate di grossi carri e gare di mascheramento. Questo tipo di intrattenimento fanno di Venezia la terza città italiana – dopo Roma e Milano – con il più alto flusso turistico proveniente dall’ estero.

Se avete intenzione di prendere parte ai festeggiamenti veneziani, ricordate che il travestimento per eccellenza qui è  quello della bauta, equivalente del domino francese e maschera tipica della Venezia del settecento. La maschera è composta dal tabarro, da un tricorno nero sul capo e da una maschera bianca sul volto.  A proposito del legame che il Carnevale tesse con i vantaggi del trasformismo, sappiate che la bauta possiede un grande valore  storico: nel ‘700, infatti, essa era considerata il miglior travestimento possibile – la “maschera che ogni disuguaglianza agguaglia” – e veniva usata sia dagli uomini che dalle donne, non solo durante il Carnevale ma anche nelle feste di corte e ogni volta che l’anonimato poteva venire in soccorso di un amore clandestino.

Carnevale di Viareggio

Carnevale di Viareggio
Carnevale di Viareggio

Un altro magnifico happening di intrattenimenti carnevaleschi trova sede a Viareggio (vedi posizione su mappa). Il Carnevale qui è molto sentito e parte del turismo della città si sviluppa e viene incentivato a partire dai festeggiamenti che iniziano con l’approssimarsi del periodo pasquale.

La prima sfilata di carrozze addobbate a festa nella storica Via Regia, nel cuore della città vecchia,  secondo alcune fonti storiche si ebbe nel 1873, quando a un gruppo di giovani della Viareggio bene del tempo –  frequentante il caffè del Casinò – venne in mente la florida idea di organizzare una sfilata in occasione del Carnevale.  Quella del 25 febbraio del 1873 fu la prima edizione del Carnevale di Viareggio.

Da allora la città celebra la ricorrenza con un calendario di eventi lungo un mese intero.

Peculiarità di questo Carnevale è la sfilata di carri allegorici realizzati con cartapesta: un concorso, articolato in cinque diversi appuntamenti, che vede i partecipanti battersi in una coloratissima e spettacolare gara al fine di aggiudicarsi il titolo di vincitore per la costruzione più bella.

La maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, invece, nasce nel 1930 –  ad opera dello scenografo, docente e pittore  Uberto Bonetti – e porta il nome di Burlamacco.

Questa maschera è Simbolo della manifestazione viareggina e si compone di un abito con  una tuta a scacchi bianchi e rossi, un pompon, una gorgiera bianca, un copricapo rosso simile a quello di Rugantino e un mantello nero svolazzante.

Carnevale di Fano

Carnevale di Fano
Carnevale di Fano

Anche Fano (vedi posizione su mappa) , in occasione del Carnevale, si trasforma in una piccola fabbrica di coriandoli e allegria.

Quello di Fano infatti è, insieme a quello di Venezia, uno dei Carnevali più antichi d’Italia: il primo documento noto nel quale vengono descritti festeggiamenti tipici del Carnevale nella città risale al 1347 ed è conservato nella Sezione dell’Archivio di Stato di Fano.

Molti sono gli eventi – tra parate di carri, spettacoli e concerti – ospitati dalla città, che accoglie questa ricorrenza eccentrico entusiasmo: a Fano, durante il secondo giro dei carri allegorici, è tradizione il lancio verso la folla di dolciumi di ogni genere. Ogni carro ha una scorta di circa dieci quintali e il getto è solitamente accompagnato da Musica Arabita, che in dialetto fanese significa musica arrabbiata.

Carnevale di Acireale

Carnevale di Arcireale
Carnevale di Arcireale

Anche il Carnevale di Arcireale (vedi posizione su mappa) , in Sicilia, merita molto e ha, peraltro, origini antiche: il primo documento ufficiale che cita la manifestazione è un mandato di pagamento del 1594 e L’ Abbatazzu, una delle maschere più popolari del carnevale acese, è storicamente in uso, secondo alcune fonti storiche, dal 1667.

La sfilata dei carri in cartapesta si svolge ogni anno a Febbraio e costituisce, oltre che uno spettacolo davvero imperdibile, un momento di forte aggregazione per la comunità.  La parata qui si contraddistingue per l’utilizzo di  migliaia di lampadine e luci che creano un effetto quasi psichedelico.

Quelli di Arcireale, sono gli unici carri al mondo ad utilizzare simili impianti luci, oltre che movimenti meccanici ed idraulici durante il corso della sfilata.

Altra importante manifestazione realizzata in occasione del Carnevale è la sfilata dei carri infiorati che si svolge ogni anno ad Aprile e che vede l’impiego di opere rappresentanti soggetti creati interamente con fiori veri e freschissimi, disposti uno a fianco all’altro.

La maschera tipica del carnevale fanese è il Pupo, risalente al 1951. Il suo nome nasce dalle espressioni in dialetto fanese “el pup” ed “el vulòn” che viene dal francese “nous voulons” la quale richiama il periodo di dominio francese del XIX secolo.

Carnevale di Cento

Carnevale di Cento
Carnevale di Cento

Anche Cento (vedi posizione su mappa) contribuisce a rendere il Carnevale una delle feste più riuscite e apprezzate d’Italia.

La festa qui gode, peraltro, di un gemellaggio con il Carnevale di Rio e impegna solitamente le quattro domeniche precedenti e la prima di quaresima (saltando il 3 febbraio, patrono di Cento, se cade di domenica). Le sfilate hanno inizio nel primo pomeriggio. I carri di carnevale attraversano più volte il centro storico accompagnati dalla musica e da gruppi di eccentriche personalità in maschera molto spesso  impegnate in canti popolari e coreografie.

Anche qui, come a Fano, vi è l’usanza molto particolare di lanciare qualcosa agli spettatori dai carri: ad essere lanciati, al posto delle arance e dei dolci, qui però abbiamo oggetti gonfiabili, bambole di pezza o orsacchiotti di peluche.

In Piazza Guercino è allestito un palcoscenico, dove il Patron del Carnevale presenta la manifestazione sempre accompagnato da vip e personalità di spicco del piccolo o grande schermo.

L’ultima domenica avviene l’ annuncio della classifica e la premiazione della società che si è aggiudicata la vittoria. A Cento è assegnato anche un trofeo per i costumi, l’animazione e la musica.

All’ultima parata segue sempre, per tradizione,  il rogo della maschera locale “Tasi”: prima di venire bruciato davanti alla Rocca, Tasi legge un testamento nel dialetto locale dove lascia i suoi averi ai personaggi più noti alla cittadinanza. Il rogo si chiude con un grandioso spettacolo pirotecnico.

Carnevale di Ivrea

Carnevale di Ivrea
Carnevale di Ivrea

Anche Ivrea (vedi posizione su mappa), altro comune italiano in provincia di Torino, celebra con febbricitante eccitazione il Carnevale, che qui diventa iconico per la spettacolare e spassosissima Battaglia delle arance.

Questa festa, densa di allegria e folclore, spinge infatti ogni anno gli abitanti di Ivrea a indossare un berretto rosso per tutelarsi dalla battaglia ed evitare di essere bersagliati dai lanci degli agrumi.

La battaglia delle arance di Ivrea si svolge gli ultimi tre giorni, ovvero la domenica, il lunedì grasso e il martedì grasso, quando la follia e l’entusiasmo carnevalesco raggiungono l’apice e si riversano in strada a suon di arance che si schiantano al suolo. La lotta ha come scenario le principali piazze della città e si svolge, come detto, tra i carri che passano al seguito del corteo e le stesse squadre a terra.

I visitatori turisti sono protetti da delle alte reti ma spesso vengono comunque colpiti e la cosa genera ilarità e divertimento.  Durante lo sconto, una commissione incaricata osserva nei dettagli quanto accade e, nei tre giorni dell’andamento della battaglia, assegna un premio alle bande a piedi ed ai carri da getto che, per entusiasmo, tecnica e sportività si sono maggiormente distinti.

Ivrea, inoltre, possiede un propria ” Canzone del Carnevale”,  un vero e proprio inno alla vita, alla gioia e allo spirito del Carnevale che, nelle sue parole, celebra la rivolta popolare contro la tirannia.

Carnevale a Napoli

Carnevale di Napoli
Carnevale di Napoli

Pur essendo Napoli (vedi posizione su mappa) la città più colorata, vivace e folcloristica di Italia – e forse del mondo – non possiede, in realtà, una tradizione completamente dedita al Carnevale, se non quella legata al consumo sproporzionato anche per il martedì più ghiotto dell’anno, di chiacchiere e sanguinaccio.

Napoli infatti non può vantare festeggiamenti lunghi un mese o manifestazioni dello stesso spessore artistico di Venezia o Viareggio. Dire che i napoletani non sentono proprio lo spirito del Carnevale, tuttavia, sarebbe un grosso errore in quanto, ogni anno, le strade si popolano di mimi, figuranti e bambini vestiti con un’originalità sempre di un passo avanti agli altri: avete forse dimenticato la genialità della bambina vestita da brodo di polpo che si aggirava per il centro storico, le cui foto fecero il giro del mondo?

Vi è infine un altro evento molto importante organizzato qui che è il Gran Galà del Carnevale Settecentesco. Un’attesissima festa tema giunta ormai alla sua settantesima edizione, che prevede abiti di dame e cavalieri di corte tipici del 700 e offre ai partecipanti una succulenta cena e un gran ballo in una delle tante incantevoli cornici teatrali della città. Quest’anno il galà più atteso dell’anno avrà sede al Teatro Posillipo.

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