Un sogno chiamato Islanda: dove la natura conquista l’uomo
Chi mette piede per la prima volta in Islanda ha la sensazione di essere atterrato su un altro pianeta. Paesaggi spettacolari e assolutamente inediti con vulcani, geyser, terme e distese di lava rendono questa terra davvero unica, un termine talvolta abusato nei vari racconti sulle mete turistiche ma qui utilizzato nel suo senso più autentico. L’isola ha una storia recente, sia dal punto di vista geologico che da quello dei primi insediamenti umani risalenti appena al IX secolo d.C. Una storia che ha da sempre incuriosito e affascinato il mondo intero, che parte dall’arrivo dei sanguinari vichinghi e racconta passo dopo passo il tortuoso percorso verso l’indipendenza di una nazione che oggi è una delle più solide economicamente del continente col tasso di disoccupazione tra i più bassi. Andare in Islanda significa partire all’avventura, muoversi on the road, vivere una natura incontaminata, scoprire con un po’ di fortuna la magia dell’aurora boreale. Tutti sognano di andarci, almeno una volta nella vita.

Reykjavik, la vivace capitale che non ti aspetti
Quando si pensa alla movida o al divertimento serale difficilmente lo si collega a Reykjavik, piccola capitale islandese di appena 120mila abitanti. Eppure, nonostante il freddo rigido, la città è particolarmente moderna e vivace, specialmente nei weekend con tanti giovani in giro e nei locali. Il tour non può che cominciare nel centro storico, facilmente visitabile a piedi, con musei, gallerie d’arte, bar, negozi ed alberghi inseriti in un’architettura dallo stile tendenzialmente scandinavo. Lungo le vie principali Laugavegur, Austurstraeti, Laekjargata e Skolavordustigur potrete dedicarvi allo shopping e comprare magari i Lopapeysa, maglioni caldi tradizionali fatti a mano non proprio economicissimi ma davvero tipici. O dei gioielli impreziositi con della lava di colore nero. Proseguendo il giro ci si reca alla Chiesa di Hallgrim sul cui campanile si ha una meravigliosa vista della città. In zona porto, invece, merita di essere visto l’Harpa Concert Hall: un auditorium di vetro dal design veramente suggestivo che di notte si illumina grazie a pirotecnici giochi di luce colorati. Il fulcro della città vecchia è il lago Tjornin dove si possono trovare oltre 40 specie di uccelli e, se le condizioni meteo lo consentono, pattinare sul ghiaccio. Da fotografare assolutamente la scultura simbolo, il Solfar, che raffigura un’imbarcazione vichinga e viene valorizzata ancor di più da un paesaggio surreale dove è possibile intravedere anche la penisola di Snæfellsnes. Diversi i musei presenti, tra i quali il Museo Nazionale d’Islanda, il Museo Marittimo Vikin incentrato sulla pesca, il Museo delle Balene, il Museo Fallologico e quello della Saga Islandese. Non lontano dal centro c’è poi il quartiere Laugardalur con i suoi bagni termali e gli spazi aperti nei quali godere di un po’ di sano relax.

Tra lagune, laghi ghiacciati e geyser, un’avventura alla scoperta della selvaggia Islanda
Spesso la capitale è stata utilizzata erroneamente come mero punto di appoggio per raggiungere altre zone del Paese, altrettanto meritevoli di una visita. Come abbiamo visto, invece, Reykjavik ha tanto da offrire ma ovviamente il tour dell’Islanda non può finire qua. C’è una grande spa all’aria aperta, chiamata Laguna Blu, non lontano dalla capitale, dove potete fare il bagno in acqua calda a dispetto della temperatura esterna difficilmente mite. Le cascate poi sono meravigliose e vanno selezionate per quante ne sono: tra le tante possiamo suggerire Gullfoss che raccoglie la sovrabbondanza di acqua del fiume Hvità, Dettifoss e Skogafoss. Chi è appassionato di trekking può raggiungere la piscina termale più antica, immersa tra le montagne in una stretta valle: si tratta di Seljavallalaug, realizzata nel 1923, ai piedi del ghiacciaio Eyjafjallajokull. Altri capolavori della natura sono i laghi glaciali tra i quali il più grande e conosciuto è Jökulsárlón, a Sud dell’isola e facile da raggiungere proprio davanti alla Ring Road. Di una bellezza surreale con iceberg che galleggiano nelle acque blu della laguna. E come trascurare i geyser con i due più famosi che sono a Geysir: l’originale, Geysir appunto, e il più piccolo Strokkur. Il fenomeno, assolutamente unico, consiste nell’esplosione di una sacca d’acqua riscaldata dall’energia geotermica. Tra le esperienze più elettrizzanti da vivere anche l’escursione in barca per ammirare dal vivo le balene.
Baccalà, agnello ma anche squali, balene, uccelli per i più coraggiosi. Tutto sulla cucina islandese

Se gli islandesi sono un popolo così longevo lo dobbiamo certamente alla natura ma anche all’alimentazione sana. Certamente il baccalà è uno dei prodotti più tipici, oltre che esportati, da mangiare cucinato in qualsiasi maniera. Anche la zuppa di aragosta, accompagnata dal rúgbraud che altro non è che pane di segale cotto al vapore, è un’esperienza da provare. Altro snack gustoso, sempre a base di pesce è l’Hardfiskur, carne di eglefino essiccata e consumata insieme al burro. I più temerari possono abbandonarsi completamente alle tradizioni locali abbracciando sapori completamente nuovi: risponde a questo requisito l’Hákarl, carne di squalo fermentata e tenuta a marcire sotto terra per mesi affinché diventi commestibile. O gli Hrùtspungur che anche se sembrano innocue polpette in realtà sono testicoli di montone. Molto lontana dalla nostra cultura è anche l’idea di cibarci delle pulcinelle di mare, uccellini che vengono cucinati in diversi modi: bolliti, arrostiti o affumicati. In Islanda della pecora non si butta via proprio nulla: nemmeno la testa (Svid) dalla quale si ricava anche una specie di marmellata utile nei condimenti. Non si risparmiano neppure balene e foche. Con la carne dell’agnello si prepara la Pylsa, simile al classico hot dog. Sembra uno yogurt ma in realtà è un formaggio cremoso lo skyr, servito con frutti di bosco o miele. C’è abbondanza anche di dolci: gli ástarpungar sono frittelle con uvetta, i pönnukökur ricordano molto i pancake mentre i kleinur sono delle ciambelline fritte. Da bere invece birra e caffè sono dei veri e propri must mentre la bevanda nazionale è il brennivin, superalcolico ottenuto dalle patate e aromatizzato con semi di cumino.
Estate o Inverno, Sole a Mezzanotte o Aurora Boreale: quando andare in Islanda e come organizzare il viaggio

Il clima da queste parti è freddo anche se non polare come sarebbe lecito attendersi data la posizione geografica. Merito delle correnti oceaniche che svolgono l’importante ruolo di mitigare i venti gelidi del Nord. Aspettatevi quindi inverni lunghi con temperature minime che vanno dai -3 gradi di Reykjavik e scendono di un paio di gradi nelle coste più settentrionali. La primavera e l’estate, quindi da maggio ad agosto sono i periodi migliori per concedersi una visita dell’isola con la possibilità di vedere lo spettacolo del sole di mezzanotte con giornate lunghissime e notti bianche. Se però il vostro sogno è assistere all’aurora boreale vi toccherà combattere il freddo, tutto sommato sostenibile, e scegliere preferibilmente l’inverno tenendo sempre presente che il fenomeno è imprevedibile e può presentarsi in qualsiasi momento. Tra i luoghi in cui l’avvistamento è più probabile consigliamo Grundarfjörður nella penisola di Snæfellsnes. Anche Grundarfjordur e Borgarnes sono ottimi punti di avvistamento. Per raggiungere l’Islanda bisogna tenere presente che non esistono voli diretti dall’Italia ma non disperate! Sarà sufficiente uno scalo nelle maggiori città europee usufruendo magari di una delle tante compagnie low cost con direzione finale Reykjavik. Volendo è possibile anche optare per la soluzione nave, dalla Danimarca, dalle Isole Faroe o da Bergen in Norvegia.
